35° Apertura del Rifugio

35 anni di bellezza e magia

Ci sono eredità che fanno bene al cuore innanzitutto, in particolare mi riferisco al “lascito” ubicato in val d’Egua, piccola valle orientata est-ovest alle pendici del Monte Rosa, dove a 1685 m si erge il rifugio GP Majerna del CAI di Boffalora che proprio in questo 2016 ne festeggia 35 anni di gestione, oltre al 40° anno di fondazione della sezione stessa. Il mistero è grande su come possa un caseggiato, costruito, ma mai utilizzato per il suo scopo di baita per pastori aver fatto breccia e presa fino nel midollo degli abitanti di un piccolo borgo laggiù nella bassa padana. Ci si può interrogare all’infinito su un quesito così e può essere che ci esci matto. Più che capirlo, bisogna viverlo. Mettiti gli scarponcini, zaino in spalla e vai su. Metti il piede sull’ultimo gradino, poggia lo zaino, attendi qualche istante che il respiro cominci a farsi regolare, l’ossigeno torni dai muscoli al cervello, alzi gli occhi, abbracci l’orizzonte ed è li che resti fregato, sei dentro in pieno, preso. E’ finita. Non ti molla più. Ti si infila dentro quella bellezza lì, come un’ amante bellissima. Hai voglia a fare l’indifferente o quello dal cuore duro o quello che “comunque ne ha viste tante”. Non funziona, lì non funziona, sei fregato, punto. Succede a tutti, fatevene una ragione e vivetela per la meraviglia che è. Ad alcuni boffaloresi successe 35 anni fa, a molti altri negli anni a seguire e continua a succedere ancora oggi. Magia.

E’ proprio questa magia che già dalla scorsa estate ha ispirato l’idea della programmazione di un week-end molto speciale per l’apertura della stagione 2016 del rifugio nel suo 35° anno. Un sabato-domenica ricco da intasare gambe, cuore, polmoni e stomaco. Sabato la fiaccolata, in serata canti e falò, domenica la SS Messa, il coro degli alpini e poi tutti a tavola…ma andiamo con ordine.

Sabato 28 Maggio 2106

25 tra tedofori e autisti divisi su 4 mezzi, alle 8:00 puntuali alla benedizione in piazza a Boffalora con accensione della fiaccola, fuoco simbolico che porteremo fino lassù, si parte e la prima destinazione è stato il cimitero di Boffalora, già perché alcuni Amici dal passo lesto hanno deciso di andare (un po’ troppo) avanti e ci è sembrato cosa buona e giusta andare a salutarli. Momento toccante con la consegna dei fiori e della maglietta celebrativa, la lettura del pensiero a loro dedicato e le note de “Il silenzio” e “Signore delle Cime” scandite da Riccardo Giarda. Tutto per dirgli: “Amici siete con noi in ogni passo ieri, oggi, sempre”. Così col cuore gonfio e qualche occhio lucido abbiamo preso la via per Carcoforo, passo dopo passo, metro dopo metro, leggeri nonostante la salita verso la nostra meta. La giornata era afosa e non limpida così le montagne si sono tenute nascoste finche non gli siamo arrivati proprio sotto, come a voler ricordare che certe bellezze te le devi andare a cercare a volte. Un momento di particolare suggestione che mi ha molto colpito è stato durante un tratto prima di Barengo, mentre correva Margherita Correnti, in cui una upupa l’ha seguita letteralmente affiancandola per tutta la sua frazione, in oltre 30 anni di fiaccolate non avevo mai visto nulla di simile e lì ho capito che quello non era una semplice upupa, ma era lo spirito degli Amici andati avanti in particolare GianPaolo che voleva accompagnare la sua Maggie. Se no perché proprio e solo a lei?! Arrivati in quel di Carcoforo, accolti dagli amici del piccolo borgo valsesiano, abbiamo fatto subito tappa anche lì al cimitero, perché alcuni Amici, gelosi dei primi si vede, hanno voluto portarsi avanti anche loro. Altro momento toccante con eguale omaggio. Poi gli amici della pro-loco ci hanno preparato un’ottima pasta per ristorarci e ricaricarci prima della salita che è cominciata appena ha fatto buio, così circa 30 fiaccole hanno timidamente illuminato il cammino fino su al rifugio, facendo giungere quindi il fuoco della fiaccola fino alla sua meta. E incredibilmente proprio appena arrivati ha cominciato a piovere, ditemi se non è un segno anche questo?! La pioggia ci ha “costretti” tutti in sala giochi dove Sergio alla chitarra e Odo alla voce ci hanno accompagnato fino nel cuore della notte con le canzoni che tutti noi da sempre cantiamo insieme al rifugio. Particolarmente toccante l’ esecuzione di “Fianco a fianco” che ha ricordato l’Amico Gino. Poi nel cuore della notte aglio e olio per tutti e poi il falò…

Domenica 29 Maggio 2016

Colazione tardi viste le ore piccole della notte appena passata, poi la messa celebrata da Padre Mauro Bazzi dei frati cappuccini di Bergamo, accompagnata dal coro L’ECO di Varallo dell’amico PierCarlo che ci ha intrattenuto anche dopo la S Messa fino all’ora dello squisito pranzo, eravamo talmente tanti che ci siamo dovuti dividere per mangiare in due gruppi tra sala giochi rifugio stesso. Non ha mai smesso un attimo di piovere e così alla spicciolata dalle 15:30 in avanti siamo scesi tutti a valle per tornare a casa. Mestamente e non per il meteo, ma perché dopo una due giorni carica di emozioni così profonde è difficile non sentirsi un po’ vuoti. Io credo che il maltempo che ci ha costretti a stare chiusi dentro sia il sabato sera he la domenica in realtà sia stato un bene, perché ha creato una intimità maggiore di cui tutti hanno beneficiato, non c’era dispersione, ma unione e concentrazione, così abbiamo cantato e pregato meglio.

Sono 35 anni di Magia, una eredità che ha un peso specifico elevatissimo, non quantificabile. Una eredità fatta di mattone su mattone, sì concreto e reale (c’è sempre qualcosa da fare e da costruire), ma ancor di più emozionale e sentimentale. Sono “eidifici” che non temono le intemperie o lo scorrere del tempo, perché sono inattaccabili. Ognuno di noi li ha radicati dentro di sé fino in fondo, punto. E dall’infinito che abbiamo dentro passano dal cuore e si perdono lassù tra cieli immensi ed immenso Amore…

                                                                                                                                                                Andrea Maltagliati